giovedì 6 dicembre 2012

Una foto vale più di una vita?

Ma una foto vale una vita umana? E' sconcertante l'epoca in cui viviamo, in cui si confonde la realtà con un reality show, in cui si pensa che è tutto finto e basta spegnere la tv e torna tutto normale.

Durante gli ultimi disastri naturali: terremoti, alluvioni la gente piuttosto che correre a salvarsi era tutta intenta a riprendere quel che succedeva per poi sperare che lo "passasse" qualche TV nazionale. Una cosa che francamente a me ha sempre lasciato esterrefatto.

La scorsa estate diventavo "pazzo" vedendo  in spiaggia gente fotografare con l'I-pad! Posso capire un telefonino, anche a me è capitato di scattare con il telefonino, per mancanza di fotocamera, ma arrivare a portarsi un tablet n giro per fare 2 foto, no nn ci arrivo.... qualcuno mi spieghi... non è meglio una kodak a rullino usa e getta?

Oggi Mughini sosteneva che siamo entrati nella società dello"scatto quindi esisto" (parafrasando il celebre cogito ergo sum), non è che abbia poi così torto. 

cogito ergo sum
cogito ergo sum?
Ma cos'è successo? (per il forte contenuto della storia occorre aprire interamente il post, infatti ho scelto di non lasciare visibile l'intera storia dalla home page, per non turbare i più impressionabili).


Choc a New York per la morte di un coreano di 58 anni, Ki Suk Han, spinto sui binari della metropolitana - proprio mentre arrivava un treno in corsa - da uno squilibrato, poi rintracciato e arrestato dalla polizia. All’orrore si è però aggiunta anche l’indignazione, dopo che un giornale, il New York Post di Rupert Murdoch, ha “sbattuto la morte in prima pagina”, mettendo in copertina una foto di quei tragici istanti, scattata appena pochi secondi prima del tragico impatto. 

la foto incriminata
Vi si può vedere, da una distanza di alcuni metri, Han che tenta disperatamente di arrampicarsi dal canale sul cui fondo scorrono i binari, mentre dall’uscita del tunnel il treno è già è in arrivo. Sulla foto, il titolo dice: «Spinto sul binario, quest’uomo sta per morire», e in fondo alla pagina, a caratteri cubitali, «Spacciato». 
«Troppo oltre - hanno scritto su Twitter alcuni giornalisti - e nauseante». Molti lettori si sono invece chiesti come mai i fotografi abbiano pensato a scattare, piuttosto che aiutare il malcapitato. 

Uno di loro ha spiegato di essersi messo a scattare nel tentativo di avvertire il macchinista del treno con il flash. «Ho iniziato a correre - ha detto - e a correre, correre, sperando che il macchinista vedesse il mio flash». 
L’incidente avvenuto ieri in una delle stazioni della metropolitana più affollate della Grande Mela, quella di Times Square. Ki Suk Han, originario del Queens, secondo quanto hanno riferito dei testimoni è stato spinto sui binari dopo un alterco con un ragazzo di colore, forse un mendicante, che stava infastidendo gli altri passeggeri. 

Il ragazzo, in evidente stato confusionale, ha cominciato ad urlare contro Han e quando ha sentito che l’altoparlante annunciava l’arrivo del treno, lo ha afferrato e lo ha scaraventato sui binari. Poi, ripreso un bicchiere di plastica dove probabilmente c’erano delle monete, si è dileguato. 

Umar Abassi il fotoreporter freelance
Il caso ha voluto che al momento dell’incidente, in attesa del treno ci fossero anche dei fotografi del New York Post che hanno immortalato l’intera sequenza della tragedia. Nell’articolo sull’incidente pubblicato assieme alla drammatica foto, il giornale riferisce che uno dei fotografi ha raccontato che il treno ha travolto Han come se fosse stato una bambola di pezza.  ©la stampa

Se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te.
(Friedrich Nietzsche)

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Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)

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